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Tante Sicilie. Perché?

“Dicono gli atlanti che la Sicilia è un’isola e sarà vero, gli atlanti sono libri d’onore. Si avrebbe però voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto d’isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e costumi, mentre qui tutto è dispari, mischiato, cangiante, come nel più ibrido dei continenti. Vero è che le Sicilie sono tante, non finiremo mai di contarle. Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava. Vi è la Sicilia “babba”, cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode. Vi è la Sicilia pigra, una frenetica; una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la vita come un copione di carnevale; una infine, che si sporge da un crinale di vento in un accesso di abbagliato delirio. Ma perché tante Sicilie? Perché l’isola ha avuto la sorte di trovarsi a far da cerniera nei secoli fra la grande cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, fra la ragione e la magia, le temperie del sentimento e la canicole della passione”.

Tante Sicilie. Perchè?

Questo scrive Gesualdo Bufalino, scrittore siciliano che di sicilianità sicuramente se ne intendeva. La Storia della Sicilia è stata influenzata da tanti dominatori. Sicani, Greci, Romani, Arabi, Saraceni, Normanni, Francesi, Spagnoli tutti sono passati di qui e tutti hanno lasciato il loro segno. Come una spugna, l’Isola ha assorbito le culture, le tradizioni, gli usi delle molteplici civiltà che l’hanno abitata. Un mix che nel tempo l’ha resa unica e incommensurabile.
La costa orientale pullula di bellezze barocche. L’impronta greca è ancora visibile in città come Siracusa, Taormina, Agrigento e Selinunte. La tipica pianta araba caratterizza città come Palermo. E poi c’è il mare, il cibo, il dialetto, gli usi, le tradizioni diverse da una città all’altra. La Sicilia non è una, ne esistono di infinite. È impossibile contarle. È impossibile conoscerla fino in fondo, perché ogni volta cambia, perché è come un diamante posto davanti ai raggi del sole, che riesce a mostrare una miriade di sfaccettature impossibili da contare, misteriose e incredibilmente preziose e affascinanti.
Vi sono mille Sicilie, non si finirà mai di contarle.

LINK
http://www.blogsicilia.eu/cento-sicilie-visione-di-gesualdo-bufalino/

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